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GLNBM – Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Migrante della Società Italiana di Pediatria

Presentazione e Storia
Il GLNBM – Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Migrante della Società Italiana di Pediatria si è costituito nel 1992 come Gruppo di Lavoro affiliato alla SIP. Ad esso hanno aderito numerosi pediatri di svariata estrazione (universitaria, ospedaliera, di famiglia, di comunità) insieme a rappresentanti delle istituzioni e del volontariato che a qualsiasi titolo erano interessati ai problemi di svantaggio sociale del bambino “straniero”. Il GLNBM si ispira alla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, divenuta legge italiana nel 1991, ed il suo obiettivo iniziale, sotto la guida dei suoi primi due Segretari (Gian Paolo Salvioli e Gianni Bona), è stato quello di identificare i problemi sanitari e sociali dei bambini immigrati, mediante numerose indagine clinico-epidemiologiche multicentriche nazionali condotte nei punti nascita, nelle U.O. pediatriche di degenza e nei pronto soccorso. Queste iniziative hanno consentito di identificare diverse categorie di bambini immigrati, ognuna con peculiari problematiche socio-sanitarie: bambini nati in Italia da genitori immigrati; bambini nati nei Paesi in via di sviluppo e immigrati con la famiglia; bambini adottati dall’estero; bambini rom; bambini figli di profughi e rifugiati politici; adolescenti stranieri non accompagnati. Il GLNBM, con indagini multicentriche condotte nei primi anni dalla sua costituzione, ha innanzi tutto evidenziato che buona parte dei bambini immigrati nasce in Italia, contribuendo a contenere il calo della natalità presente nella nostra nazione. Peraltro, nei nati da genitori immigrati si osservano, rispetto ai nati da genitori italiani, maggiori incidenze di morbilità e mortalità. Ciò è apparso collegato ai fattori di rischio che caratterizzano la gravidanza delle donne immigrate (condizioni di svantaggio socio-economico, nutrizionale e culturale, difficoltà di accesso al SSN ). Si è osservato inoltre che nel corso degli anni vi è stato un progressivo aumento del numero delle prestazioni sanitarie fornite ai bambini immigrati dal SSN (Pronto Soccorso e Reparti di degenza) e che i loro stati morbosi erano prevalentemente acuti e aspecifici, simili a quelli del bambino italiano; essi tuttavia erano sfavorevolmente condizionati da situazioni di svantaggio sociale quali la povertà, le carenze igienico-abitative e lo stato di clandestinità dei genitori. Nel corso degli ultimi anni il fenomeno migratorio dai Paesi in Via di Sviluppo verso l’Italia, da provvisorio e precario, si è trasformato in un evento sociale regolare e duraturo, in rapida espansione, con formazione di nuove famiglie “straniere” che tendono a stabilizzarsi definitivamente in Italia. Ne consegue che un problema nuovo legato alla presenza di bambini immigrati è quello della loro integrazione culturale, linguistica e religiosa con la nostra Società. Per questi motivi negli ultimi anni i segretari del gruppo (Francesco Cataldo nel triennio 2000-2003 ed Orazio Gabrielli nel triennio 2003-2006) hanno indirizzato l’interesse e gli studi del GLNBM verso indagini (sempre multicentriche in tutto l’ambito nazionale) che riguardavano l’integrazione culturale dei bambini immigrati ed i loro stati morbosi influenzabili da situazioni ambientali diverse da quelle dei Paesi di provenienza. Sono state condotte ricerche sui bambini immigrati nella scuola, sulle abitudini alimentari dei bambini immigrati ed alcuni stati morbosi ad esse correlate (allergie ed intolleranze alimentari), ed è emerso che i bambini immigrati tendono ad assumere le nostre abitudini alimentari (allattamento al seno e sua durata, età di inizio e modalità dello svezzamento, alimentazione nella 2° e 3° infanzia), con un rischio di intolleranze ed allergie alimentari vicino a quello della popolazione infantile italiana. Anche il diabete mellito tipo 1 potrebbe essere influenzato da fattori ambientali diversi da quelli dei Paesi di origine l’età di insorgenza nei bambini nati in Italia da genitori stranieri è significativamente più bassa rispetto a quella dei bambini immigrati giunti in Italia dopo la nascita. Il GLNBM si è impegnato nella prevenzione delle mutilazioni genitali femminili nelle bambine e nelle donne provenienti dai Paesi in V’ia di Sviluppo (sia in Europa con il Progetto I.D.I.L. sia in Italia con il “Progetto Aurora” di recente realizzazione in 4 regioni: Piemonte, Emilia-Romagna, Puglie e Friuli Venezia Giulia). E’ stato dato anche un importante impulso all’accoglienza sanitaria dei bambini che giungono in Italia a seguito di una adozione internazionale. Numerosi componenti del GLNBM, in collegamento fra loro e con la Commissione Nazionale per le Adozioni Internazionali, hanno istituito una rete di Centri di Riferimento, sparsi in tutta Italia, per la accoglienza ed il follow-up dei bambini adottati provenienti dall’estero a sostegno delle famiglie adottive. Sono attualmente in corso ricerche nazionali multicentriche riguardanti la nutrizione, la tubercolosi, il rachitismo, il disagio sociale ed il rischio di devianza in età adolescenziale, l’assistenza del bambino immigrato nelle strutture pubbliche e sul territorio, la promozione della salute delle madri straniere e dei loro bambini.
Composizione
Segretario VALENTINI Piero
Consiglieri di Coordinamento ARANCIO Rosangela, BUONSENSO Danilo, CARBONE Maria Concetta, CECCARELLI Manuela, D’AIUTO Francesca, TCHANA Bertrand
Sito internet http://www.glnbi.org/
Eventi Formativi
Trent’anni trascorsi invano? Il Bambino Migrante: Epidemiologia, Geopolitica ed Etnopediatria a confronto
“Adozioni internazionali: un percorso complesso tra criticità, buone prassi e prospettive per il futuro”
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