La storia di Marta
Passano pochi minuti e quella scena si ripete. La stessa sirena, gli stessi enormi occhi bagnati dalle lacrime, quelli di Marta. Solo uno cerca conforto nel sorriso forzato del padre che le ricorda della loro bellissima gita allo zoo, mentre l’altro si nasconde dietro una grossa benda, anche questa volta tinta di rosso, come un implacabile sipario calato su un palcoscenico che non sarà più calcato. Ancora una volta ascolto il racconto di un solo istante, eterno e immutabile, quello in cui la piccola Marta, con la curiosità dei suoi tre anni, si avvicina per capire cosa fosse quella specie di grossa matita colorata lasciata per strada. Poi il rumore, il fumo, l’odore pungente, il tempo che non può tornare indietro e la paura che ti entra nelle ossa. Allora non trovo di meglio che dire a quella bellissima bambina che anche io avevo visitato quello zoo. Così, mentre le strappo un meraviglioso sorriso ricordandole quanto fossero buffe le scimmiette, la vedo scomparire dietro le porte di un ascensore, certo che avrebbe fatto tutti i controlli del caso, nessuno escluso. Purtroppo certo che oggi non sarebbe avvenuto nessun miracolo, che il mondo di Marta sarebbe diventato per sempre diverso.