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La rosolia
Dott.ssa Annalisa Grandin
UOC Pediatria Generale e Malattie Infettive Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS
Che cos’è e come si manifesta
La rosolia è una malattia infettiva, molto contagiosa, causata da un virus a RNA, appartenente al genere Rubivirus, della famiglia dei Togavirus, che si localizza in vari organi e tessuti.
La rosolia si manifesta generalmente con febbre, esantema maculopapulare generalizzato e linfoadenopatia localizzata prevalentemente in regione cervicale, suboccipitale e retroauricolare. Le complicanze sono rare, soprattutto nel bambino, ma artralgie e artriti transitorie possono complicare il decorso della malattia. Il virus causa nel 20-25% dei casi una infezione asintomatica.
Se il virus viene contratto durante la gravidanza, si possono verificare aborto spontaneo, morte intrauterina del feto, gravi malformazioni fetali e, nel bambino, ritardo di acquisizione delle tappe dello sviluppo. Più precoce è l’infezione, maggiore è il rischio di danno embrionale. La sindrome della rosolia congenita si presenta nel 90% dei neonati di donne che hanno contratto l’infezione prima dell’undicesima settimana di gestazione.
La rosolia si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con tosse, starnuti o semplicemente parlando. Il virus della rosolia passa attraverso la placenta e, per questa via, infetta il feto. Il periodo di contagiosità, in cui la malattia può essere trasmessa dalle persone infette (con o senza sintomi manifesti) a quelle suscettibili, va da una settimana prima a 4 giorni dopo la comparsa dell’esantema, che può mancare del tutto. I bambini affetti da sindrome da rosolia congenita possono eliminare il virus per molti mesi dopo la nascita, per tale motivo sono considerati contagiosi fino ad 1 anno di vita.
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Epidemiologia
L’incidenza della malattia, secondo i dati dell’Oms, è difficile da calcolare per molte aree del mondo, ma la stima si aggira sui 100 mila casi, ogni anno, nei Paesi in via di sviluppo. L’Oms stima che il vantaggio connesso alla diffusione del vaccino contro la rosolia, soprattutto se associato a quello contro il morbillo, sia tale da rendere sostenibile il costo di una campagna vaccinale in tutti i Paesi del mondo.
In Italia, secondo quanto pubblicato su Surveillance report, la sorveglianza della rosolia naturale si è affidata a due metodi: quello delle notifiche e quello della rete dei pediatri sentinella. La notifica è stata attuata nel nostro Paese dal 1970, è però rimasta in vigore solo fino al 1991, quando è stata sospesa e reintrodotta nel 2004. I dati delle notifiche relative alla rosolia congenita tra il 1991 e il 2004 quindi non esistono.
Il numero di casi notificato indica una ricorrenza delle epidemie circa ogni 4-6 anni. Circa il 70% dei casi si verificavano su bambini sotto i 15 anni di età. Dal 2005 è attivo un sistema di sorveglianza di rosolia congenita che fino al 2012 ha individuato 59 casi confermati di cui 42 sintomatici.
Diagnosi e terapia
La diagnosi di rosolia si definisce come qualsiasi persona che presenti una manifestazione acuta di esantema maculopapulare generalizzato e almeno una delle seguenti cinque manifestazioni: adenopatia cervicale, adenopatia suboccipitale, adenopatia retroauricolare, artralgia e artrite.
In diagnosi differenziale va considerato il morbillo, ma non sono presenti le macchie di Koplik, la fotofobia e la tosse, e la mononucleosi. Per l’accertamento si possono ricercare gli anticorpi specifici IgG e IgM del virus nel siero. Non esiste una terapia specifica della rosolia.
Il riposo a letto, insieme a una dieta leggera, ricca di liquidi, costituiscono la base per il trattamento.
In caso di febbre e artralgie può esser somministrato paracetamolo. Se sopravvengono complicazioni batteriche è necessaria la somministrazione di antibiotici
Le domande dei genitori e come rispondere Le domande dei genitori e come rispondere
1. È necessario eseguire esami ematici?
Non è necessario eseguire esami ematici di routine né di conferma sierologica a meno che non ci siano complicazioni.
2. Quali sono le complicanze del vaccino?
- – Reazioni generalizzate quali febbre (a 3-12 giorni di distanza, per una durata di 2 giorni) talvolta accompagnata da esantema e tumefazione linfonodale;
- – Trombocipenia rappresenta un evento raro (da 1/30000 a 1/1000000) può manifestarsi entro 2 mesi, più frequentemente entro 3-4 settimane;
- – Convulsioni febbrili (in soggetti predisposti) si verificano 1 volta ogni 3000 dosi circa.
3. Quali sono le controindicazioni al vaccino?
Esistono pochi e selezionati casi in cui il vaccino è controindicato, questi sono malattie acute in atto con febbre >38.5C, precedenti reazioni anafilattiche al vaccino o ad uno dei suoi componenti, gravidanza in corso, diagnosi di immunodeficienza.
Risorse digitali e per saperne di più