Home » Uncategorized » Denatalità e diseguaglianze: le priorità politiche in difesa dell’infanzia

Denatalità e diseguaglianze: le priorità politiche in difesa dell’infanzia
Rivedere la legge sulla Procreazione Medicalmente Assistita
Esperti a confronto nel webinar ‘Nascere oggi in Italia. Aspetti medici e sociali’. Presentato il libro ‘Piccoli piccoli. Storie di neonati nell’Italia di oggi’ di Mario De Curtis e Sarah Gangi
Il calo delle nascite, in atto da decenni e aggravato dalla pandemia, potrebbe in tempi brevi mettere a rischio il sistema sociale del nostro Paese, e per questo dovrebbe essere uno dei primi punti dell’agenda del nuovo Governo. Nel 2019 in Italia sono nati appena 420mila bambini, meno della metà di quelli nati negli anni ’60 e ben 160mila in meno dei nati nel 2008. E le proiezioni relative al 2020 indicano un’ulteriore diminuzione per effetto della crisi economico sanitaria innescata dal Covid-19 che porterebbe il numero dei nuovi nati sotto la soglia dei 400mila, mai toccata nel nostro Paese.
L’appello arriva dalla Società Italiana di Pediatria. L’occasione per fare il punto sui temi dell’infanzia è stato l’evento online ‘Nascere oggi in Italia. Aspetti medici e sociali’, durante il quale è stato presentato il libro ‘Piccoli piccoli. Storie di neonati nell’Italia di oggi’ (Laterza) scritto da Mario De Curtis, Presidente del Comitato di Bioetica della Società Italiana di Pediatria (SIP), e già Direttore della Unità di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Umberto insieme a Sarah Gangi, psicologa e psicoterapeuta presso la stessa Unità.
Sette storie di neonati che narrano la sfida di essere genitori in situazioni difficili. Le cullette di un reparto di Terapia intensiva neonatale che diventano lo straordinario osservatorio di un mondo che cambia: nuovi modelli di famiglia, dilemmi etici di fronte a cui si trovano medici e genitori, multiculturalità, situazioni di disagio, ma anche delle straordinarie capacità del nostro sistema sanitario e della lezione di umanità che ci regalano i neonati. Sullo sfondo la difficile sfida di tutelare i diritti del bambino, soprattutto in presenza di situazioni che spesso documentano una profonda crisi della famiglia e un‘inadeguatezza della società ad affrontare temi importanti come la maternità e l’infanzia.
Diseguaglianze territoriali per i neonati italiani
“La pandemia ha aggravato la condizione dell’infanzia, ma potrebbe essere l’occasione per contrastare, anche grazie alle risorse europee, alcune problematiche che influenzano negativamente il futuro del nostro Paese: come la disuguaglianze che iniziano alla nascita, la povertà infantile, la criticità del sistema formativo”, spiega Mario De Curtis. L’elemento più rilevante delle diseguaglianze è rappresentato dai diversi tassi di mortalità infantile tra le varie regioni italiane. Mentre a livello nazionale, abbiamo tassi inferiori a 3×1.000, esistono delle profonde differenze regionali e le regioni meridionali sono le più penalizzate. Così, chiarisce il neonatologo, “un bambino che nasce al Sud ha un rischio di morire entro il primo anno di vita del 36% superiore a un bambino nato al Nord-est. Dobbiamo senza dubbio migliorare questo aspetto- suggerisce De Curtis- e migliorare anche il Servizio sanitario nazionale, che è uno dei migliori al mondo ma ha presentato molte criticità durante questa pandemia”.
Infertilità e Procreazione Medicalmente Assistita
Tra i temi affrontati nel libro vi è il sempre più frequente ricorso alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), come risposta alla crescente infertilità di uomini e donne. Le cause dell’infertilità possono essere numerose e dipendono nel 35% da fattori materni e nel 30% da fattori paterni. “A questo proposito- precisa De Curtis – va detto che le capacità riproduttive di una donna diminuiscono dopo i 35 anni e molto spesso, per una serie di motivi, le donne tendono a ritardare la decisione di avere un bambino”.
Quali rischi per i nati da PMA
Dalla nascita della prima bambina in provetta nel 1978 nel mondo sono diventati più di 5 milioni i bambini nati con queste tecniche. In Italia sono 14.139 pari al 3,2% dei nati. “Questi neonati- spiega De Curtis- nascono spesso pretermine e con un peso inferiore a 1.500 grammi perché frequentemente le donne trattate con queste tecniche hanno delle gravidanze multiple. Più frequentemente, inoltre, questi bambini possono presentare dei problemi legati a difetti congeniti dovuti alle stesse cause dell’infertilità, alla mancata selezione naturale dei gameti, al congelamento di questi ultimi e degli embrioni o ai farmaci utilizzati per ottenere l’ovulazione”.
Una legge da rimettere sul piatto, “serve il post-marketing”
Molti sono i problemi lasciati aperti dalla legge 40 che regola la PMA. In particolare, la fecondazione eterologa porta con sé numerose problematiche non risolte che riguardano aspetti legislativi e bioetici, come ad esempio l’eventuale diritto dei nati da fecondazione eterologa di conoscere, una volta cresciuti, l’identità dei genitori biologici o i limiti di età per sottoporre una donna a fecondazione assistita. “Hanno creato infatti molto clamore i casi di donne sessantenni che hanno avuto figli con queste tecniche. La scienza ha creato ‘l’era delle mamme-nonne’, donne con i capelli bianchi che hanno figli in cui le coetanee si occupano dei nipoti”, aggiunge De Curtis.
“Ci sono problemi assolutamente non affrontati dalla legge 40 e che invece incidono sulla salute di tante persone, di tanti bambini e sul destino di tante famiglie”, gli fa eco Giovanni Corsello Ordinario di Pediatra all’Università di Palermo e Past President SIP. “Il divieto della fecondazione eterologa in Italia ha comportato quello che è stato definito ‘turismo riproduttivo’, cioè la tendenza di queste coppie e di queste donne ad andare all’estero perché lì è possibile mettere in atto queste tecniche, creando in qualche modo anche una diseguaglianza perché non tutte le coppie sono in grado di affrontare le spese necessarie”.
“Credo – aggiunge Corsello – che pediatri e neonatologi debbano sottolineare la priorità di tutelare e di promuovere i diritti dei bambini anche rispetto a quelli degli adulti, anche rispetto a quelli delle coppie. Il desiderio di avere un figlio è assolutamente lecito ma non può superare il diritto dei bambini, dei feti e dei neonati, di nascere in condizioni di sicurezza. Credo che questa interfaccia tra il diritto della coppia e il diritto del bambino non sia adeguatamente affrontata dalla legge e sia una di quelle cose che in qualche modo bisogna rimettere sul piatto perché nel nostro Paese spesso succede che si fa una legge e poi resta chiusa nel cassetto o nei tribunali per la difficoltà politica o ideologica di modificarla. In realtà, le leggi devono essere flessibili, bisogna assolutamente considerare la necessità di rivalutare una legge e di modificarla nel momento in cui l’applicazione, il post-marketing se vogliamo usare un’espressione presa in prestito da altri contesti, mette in evidenza alcune criticità e problemi non risolti e alcuni problemi mal posti”.
Ad esempio, oggi esistono opportunità di terapia genica, di terapia con le cellule staminali, che devono e che possono essere messe in atto attraverso procedure di PMA. “Di questo – prosegue Corsello – non si poteva parlare nel 2004 perché allora queste tecniche erano intraviste come opportunità del futuro e come prospettive di ricerca, oggi invece sono sempre più alla portata dei laboratori e sono sempre più delle opportunità di salute per le persone e per i bambini”.
Un’umanità che chiede giustizia
“Le diverse storie raccontate nel libro ci fanno capire come la nostra sanità risponda alle esigenze di un’umanità che è diversa e chiede giustizia sotto il profilo della salute”, ha detto Melita Cavallo, già Presidente del Tribunale per i minorenni di Roma. “La legge 40, che è stata smantellata in tantissimi pezzi, andrebbe proprio rivista e per questo motivo propongo che venga stilato un documento in cui si potrebbe anche acquisire da parte dei giudici minorili (e non solo) una loro adesione per porre al legislatore i problemi che tutti sanno e che toccano questa materia ma della quale nessuno ancora prende la parola”.