Home » per i medici » Per i medici » La Sindrome di Down

La Sindrome di Down
di Diletta Valentini, Responsabile del Centro Sindrome di Down dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma
La Sindrome di Down (SD) o trisomia 21 rappresenta l’alterazione cromosomica più frequente nei nativi vivi, si stima che l’attuale prevalenza nella popolazione generale vari tra 1:1000 e 1:2000 nati. La SD è la più comune causa genetica di disabilità intellettiva ed è dovuta alla presenza, parziale o totale, di un cromosoma 21 in sovrannumero (trisomia 21). Ogni cellula contiene di regola 46 cromosomi suddivisi in 23 coppie; una di queste coppie è composta dai cromosomi sessuali (XX nella femmina e XY nel maschio). Nella sindrome di Down i cromosomi sono 47, per la presenza di un cromosoma 21 in più.
La SD presenta caratteristiche fenotipiche che la contraddistinguono: l’ipotonia muscolare, la lassità articolare, aspetto peculiare del capo e del volto con viso rotondeggiante e piatto, occhi a mandorla, radice del naso infossata, lingua voluminosa con tendenza alla protrusione, padiglioni auricolari piccoli e impiantati in basso. Il collo è spesso tozzo ed è presente una plica laterale (pterigio). Le persone con Sindrome di Down presentano uno sviluppo auxologico differente da quello della popolazione generale che deve essere valutato con curve di crescita specifiche (https://peditools.org/).
Nel 50% delle persone con SD si possono rilevare le malformazioni congenite cardiache, tra le quali le più frequenti sono: il canale atrio-ventricolare, la tetralogia di Fallot, la pervietà del dotto di Botallo, e i difetti settali. Possono essere riscontrate anche malformazioni congenite a carico dell’apparato gastroenterico (atresia o stenosi duodenali, malattia di Hirschsprung, ano imperforato). La disabilità intellettiva è costante, ma di grado variabile. L’evoluzione della Sindrome di Down può essere condizionata da un invecchiamento precoce e dalla comparsa della malattia di Alzheimer, nonché da un aumentato rischio relativo di sviluppare una leucemia, circa 10-20 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Infine ipotiroidismo, policitemia, cataratta, glaucoma e la leucemia mieloproliferativa transitoria possono essere diagnosticati alla nascita nel 5-10% dei pazienti mentre, nelle epoche di vita successive, prevalgono deficit sensitivi e neurologici, i segni di instabilità atlanto-assiale, le malattie autoimmuni, la tendenza a sviluppare sovrappeso e i disturbi respiratori nel sonno.
Le persone con Sindrome di Down hanno una maggiore suscettibilità alle infezioni soprattutto respiratorie, dovuta alle anomalie anatomiche delle vie aeree, alla presenza del reflusso gastro-esofageo e ai disordini del sistema immunitario. Per questo motivo essere fortemente raccomandate tutte le vaccinazioni per ridurre il rischio di infezioni e le loro complicanze.
La diagnosi di trisomia 21 viene confermata attraverso l’indagine citogenetica del cariotipo.
Le varie cause di SD includono: la non-disgiunzione, la traslocazione ed il mosaicismo associate al cromosoma 21. La causa più comune (nel 95% dei casi) è la non disgiunzione, che comporta una mancata separazione dei cromosomi della coppia 21 durante la meiosi. Nel 4% circa dei casi la presenza di parte di un cromosoma 21 sovrannumerario è causata da una traslocazione cromosomica. Nella maggior parte dei casi la traslocazione è rappresentata da fusioni a livello del centromero tra i cromosomi 13,14 (il più comunemente coinvolto), 15 e 22, conosciute con il nome di traslocazioni robertsoniane. Nel mosaicismo (1-2%), la non disgiunzione dei cromosomi 21 avviene durante la suddivisone cellulare dopo che si è formato lo zigote, per cui alcune cellule, ma non tutte, contengono una copia extra del cromosoma 21.
Nelle ultime due decadi, si è assistito a un incremento sostanziale della sopravvivenza (che oggi tende a raggiungere in media i 60 anni) e a un netto decremento della mortalità, grazie soprattutto ai progressi nel trattamento delle anomalie congenite associate (specie quelle cardiache).
Nonostante non ci sia una cura per la Sindrome di Down, sono molto importanti i programmi educazionali e terapeutici promossi da una vasta gamma di professionisti, tra cui logopedisti, terapisti occupazionali, fisioterapisti, assistenti sociali e psicologi. Questi programmi sono destinati sia al bambino che alla famiglia, al fine di garantire il raggiungimento del massimo grado di autonomia possibile. Per questo motivo è molto importante che tali interventi siano intrapresi precocemente per sostenere tutte le fasi dello sviluppo.