Asma nei bambini, Piacentini: “Farmaci biologici nuova frontiera nel trattamento dell’asma grave, migliorano salute e qualità della vita e favoriscono potenziali risparmi il SSN”

Bambini e adolescenti con forme gravi sono il 5%, ma rappresentano oltre il 50% dei costi per la gestione della malattia in età pediatrica

Il trattamento dell’asma in età pediatrica, soprattutto nelle sue forme più gravi, ha visto emergere importanti novità negli ultimi due anni, con effetti positivi a livello clinico, sul benessere quotidiano di questi giovani pazienti e sui costi generali di gestione della patologia. “Oggi abbiamo a disposizione dei nuovi farmaci che per i bambini sono tre in particolare: l’omalizumab, che ci accompagna ormai da una decina di anni, il mepolizumab e il dupilumab. Come suggeriscono i loro nomi, sono farmaci biologici, anticorpi che agiscono su specifiche fasi della flogosi asmatica, utilizzati anche nell’adulto ma che risultano particolarmente importanti in età pediatrica. Alcuni di questi farmaci sono autorizzati a partire dai 12 anni, altri dai 6 anni”. A illustrare le ultime novità sui farmaci per il trattamento dell’asma grave è Giorgio Piacentini, professore ordinario di Pediatria presso l’Università degli studi di Verona, intervenuto sul tema con una relazione al XXV Congresso nazionale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI), in corso a Verona fino al 26 ottobre.

“I bambini e gli adolescenti che non hanno un controllo ottimale della loro asma sono pazienti per i quali in passato- ricorda lo specialista- avevamo a disposizione o dosi molto elevate di steroidi inalatori da somministrare per lunghi periodi o, come unica alternativa, il cortisone per bocca, per via sistemica. Una terapia che, soprattutto in età pediatrica, deve essere seguita con molta attenzione anche in relazione ai possibili effetti collaterali. I farmaci biologici che abbiamo a disposizione oggi- chiarisce Piacentini- sono molto interessanti perché colpiscono quegli interruttori attraverso i quali l’infiammazione scatena la malattia, colpiscono dunque l’infiammazione di tipo 2 quella che coinvolge gli eosinofili, tipica dell’età pediatrica molto più che nell’adulto. In età adulta, infatti, non ci sono farmaci per l’asma grave che possano agire su fattori specifici di malattia, mentre in pediatria abbiamo la possibilità di intervenire in modo molto selettivo sui meccanismi di malattia. Si tratta di opportunità di terapia molto vantaggiose- tiene a precisare l’esperto- prima di tutto in termini di riduzione di possibili effetti collaterali ipotizzabili con i corticosteroidi, dati a dosaggi elevati per lungo tempo”.

Un secondo, altrettanto importante, effetto positivo dell’utilizzo dei farmaci biologici nel trattamento dell’asma grave in età pediatrica è legato al miglioramento delle condizioni di salute generali dei bambini e adolescenti che assumono queste terapie. “Un miglior controllo della malattia, infatti- sottolinea l’accademico- consente ai bambini di svolgere tutte le sue attività quasi senza limitazioni: possono giocare, fare attività fisica più facilmente. In generale, dunque, questo permette di riportare i bambini a integrarsi con le abitudini dei loro coetanei e ad avere la vita che ci si aspetta che abbiano, una vita di gioco, di sport, di partecipazione”.

Una buona gestione delle forme gravi di asma grazie ai farmaci biologici ha, inoltre, un impatto positivo anche sui costi generali di gestione della malattia in età pediatrica in quanto induce un risparmio potenziale su spese ospedaliere e costi di mancato controllo. “Sebbene i bambini e adolescenti con forme gravi di asma siano il 5% della popolazione pediatrica affetta dalla patologia- aggiunge Piacentini- sappiamo che rappresentano anche oltre il 50% dei costi complessivi per la gestione dell’asma in età pediatrica. Questi nuovi farmaci- conclude- stanno dunque aprendo orizzonti nuovi per un miglior controllo della malattia in età pediatrica e in adolescenza”.