Virus sinciziale, Midulla: “La situazione inizia ad essere seria”

Il Presidente SIMRI elenca alcuni fattori preventivi: “Non fumare, lavarsi le mani, evitare di stare vicino al bambino se si è raffreddati, allattare al seno”

“La situazione inizia ad essere abbastanza seria: in questi giorni abbiamo un grosso affollamento di bambini con la bronchiolite, il reparto è quasi pieno e abbiamo 3 bambini in terapia intensiva, intubati proprio per bronchiolite da virus respiratorio sinciziale (vrs)”. A tracciare il quadro di quella che sui giornali viene definita ‘epidemia da vrs’ è Fabio Midulla, responsabile del pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri), parlando ai microfoni di RaiNews24. Ma che cos’è il vrs? “Fa parte dei virus che colpiscono l’infanzia ma non solo e, infatti, in base all’età del paziente dà delle forme cliniche diverse- spiega lo pneumologo- La caratteristica di questo virus è quella di reinfettare le stesse persone perché non dà un’immunità permanente”. Nei bambini sotto l’anno di età e nei primi mesi di vita “il virus dà la bronchiolite, un’infezione delle piccole vie aeree, quindi della parte periferica del polmone, che inizia come una forma respiratoria banale- sottolinea Midulla- All’inizio il bambino ha raffreddore, un po’ di tosse, febbre. Dopo pochi giorni la maggior parte guarisce ma c’è anche chi può presentare i segni di un’insufficienza respiratoria e quindi comincia a respirare più frequentemente, ha rientramenti, si alimenta di meno”. Ecco allora che si finisce in ospedale.

“Purtroppo- evidenzia il medico- non esiste ancora un vaccino efficace contro questo virus, ci sono tre studi in fase tre per il vaccino nel terzo trimestre di gravidanza ma ancora non è stato approvato per l’uso nella popolazione. L’unica cosa che si fa, ma solo per alcuni bambini come i prematuri, i fragili, o quelli che nascono con problemi cardiaci importanti- precisa Midulla- è usare degli anticorpi monoclonali specifici contro la proteina F del virus”. Altrimenti “c’è poco da fare quando un bambino prende il virus- spiega lo pneumologo- bisogna controllare che si alimenti bene e dargli l’ossigeno se ne ha bisogno. Purtroppo- dice- non esistono farmaci che sono efficaci contro questo virus perché con i virus l’unica arma sono i vaccini”.

Ci si può, però, in qualche modo difendere con la prevenzione. “Lavarsi le mani, usare la mascherina, non avvicinarsi al bambino se si è raffreddati, ossia le regole che abbiamo imparato durante la pandemia, possono essere utili per non trasmettere il virus ai bambini piccoli”. Non solo. “E’ importante l’allattamento materno perché le mamme, attraverso il latte, possono trasmettere ai neonati gli anticorpi e tutta una serie di proteine che hanno un’azione antivirale. E poi- conclude il medico- è importante non fumare perché si è visto che il fumo passivo è sicuramente un fattore che peggiora la situazione e può rendere la bronchiolite più grave”.