Pronto soccorsi, il boom di accessi per disturbi neuropsichiatrici

I risultati di un’indagine condotta dalla SIP in 9 regioni italiane restituiscono la fotografia di cosa è successo durante la pandemia

di Elena Bozzola, Segretario SIP e Pietro Ferrara, Segretario del GDS SIP Diritti dei bambini

Articolo pubblicato su Pediatria – numero 9 –settembre 2021 – pag. 8-9

I primi due casi italiani della pandemia sono stati confermati il 30 gennaio 2020, quando due turisti provenienti dalla Cina sono risultati positivi al virus SARS-CoV-2 a Roma. Dal 23 febbraio, dopo la scoperta di alcuni focolai, vengono posti in quarantena dieci comuni nel Nord Italia e, in alcune regioni, chiuse momentaneamente scuole e Università. Tra l’8 e il 9 marzo, la quarantena viene estesa a 26 province italiane. Dal 5 marzo viene sospeso in tutto il territorio nazionale lo svolgimento della didattica in presenza per le scuole di ogni grado e le Università. Con un nuovo DPCM il 9 marzo vengono quindi estesi a tutta Italia il divieto di spostamento per motivi non necessari, la sospensione delle attività sportive, di manifestazioni ed eventi, la chiusura di musei, luoghi di cultura e centri sportivi. Ulteriori misure restrittive entrano in vigore con il «Decreto #IoRestoaCasa», pubblicato l’11 marzo, che prevede la sospensione delle comuni attività commerciali al dettaglio, dei servizi di ristorazione, delle celebrazioni religiose, e vieta gli assembramenti di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Il 22 marzo una nuova ordinanza, adottata congiuntamente dal ministro della Salute e dal ministro dell’Interno, vieta a tutte le persone fisiche di spostarsi in qualsiasi comune diverso da quello in cui si trovano, e viene pubblicata una lista di altre attività non ritenute necessarie, che devono essere sospese. Tutte queste misure vengono più volte prorogate, fino a inizi maggio, allorché le misure restrittive si allentano, consentendo lo spostamento tra regioni e l’apertura tra l’altro di luoghi di ritrovo per i giovani, quali le sale da ballo e discoteche. Tuttavia, con l’aumento dei contagi, si assiste tra l’altro alla successiva chiusura dei luoghi di ritrovo dei giovani, coprifuoco notturno e didattica a distanza per le superiori, nonché misure restrittive per gli spostamenti. A livello mondiale e nazionale vi è un aggiornamento costante, quotidiano dei casi di infezione e morti da virus SARS-CoV-2. Ma c’è un’altra pandemia, inaspettata, subdola che negli ultimi mesi sta colpendo i nostri ragazzi. E di questa pandemia non abbiamo un bollettino giornaliero, ma i numeri che la Società Italiana di Pediatria ha raccolto ed esaminato parlano chiari. Non ci troviamo cioè solo a fronteggiare la classica malattia SARSCoV-2-correlata, con febbre, tosse ed insufficienza respiratoria. Subdolamente si è diffusa tra giovani e giovanissimi una patologia della mente, che, per comodità di classificazione, si può genericamente definire patologia neuropsichiatrica (NPI). Restrizioni, incertezza, lockdown hanno contribuito negli ultimi mesi ad un incremento di ansia, depressione, ideazione suicidaria, disturbi della condotta alimentare. E la richiesta di aiuto ai nostri Pronto Soccorso si fa sempre più insistente.

E se quindi da un lato il numero di accessi ai Pronto Soccorso italiani è calato rispetto all’epoca preCovid, per la paura dei contagi, quello per patologia di interesse è stato in controtendenza. È questa la fotografia che del resto ci viene restituita da un’analisi della Società Italiana di Pediatria, condotta lungo lo stivale. Le 9 sezioni regionali che hanno analizzato l’andamento epidemiologico in uno o più centri ospedalieri confermano un incremento di +84% di accesso ai Pronto Soccorso italiani per patologia NPI nel periodo marzo 2020-marzo 2021 rispetto al periodo pre-Covid (marzo 2019-marzo 2020). Le regioni in cui si è documentato un maggiore incremento di accessi per patologie NPI sono Emilia-Romagna (+110%), Lazio (+107,1%) e Lombardia (+100%). Nel dettaglio, le patologie per le quali si è osservato un maggiore incremento percentuale degli accessi sono state ideazione suicidaria (+147%), depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78,4%). Psicosi e disturbi del comportamento alimentare hanno costituito nel campione osservato le prime due cause di accesso in Pronto Soccorso per patologia NPI (rispettivamente 375 accessi su 2242 pari al 16,7% e 358 accessi pari al 15,9%). In particolare il maggior incremento di accessi per ideazione suicidaria si è osservato nel Lazio (+56%) e Friuli-Venezia Giulia (+204,8%); il maggior incremento per disturbi della condotta alimentare in Lombardia (+174,3). I casi di depressione sono stati segnalati soprattutto nel Lazio (+63,4%). Ma non solo. Posti letto occupati al massimo della loro capienza per settimane e netto innalzarsi delle richieste di aiuto, ovvero un sensibile incremento delle ospedalizzazioni, che hanno sfiorato il 40%. Anche in questo caso la principale causa è l’ideazione suicidaria (+134%) seguita da depressione (+41,4%) e disturbi della condotta alimentare (+31,4%). Questi dati ci restituiscono cioè la fotografia di una patologia in costante aumento tra i nostri ragazzi, sempre più di difficile gestione sul territorio e che richiede pertanto un attento monitoraggio e un rapido intervento capillare da parte delle Istituzioni.