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I disturbi della condotta alimentare nell’epoca dei social network
L’attività di visualizzazione di fotografie può contribuire all’insorgenza di disturbi nella percezione dell’immagine corporea
Elena Bozzola Consigliere Nazionale SIP
Giulia Spina Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma Pediatra influencer
Articolo pubblicato su Pediatria – numero 12 –dicembre 2021 – pag. 19
Da anni la Società Italiana di Pediatria si occupa dell’utilizzo dei media device in età pediatrica e adolescenziale e ha fornito, alla luce delle evidenze scientifiche, raccomandazioni specifiche a seconda della fascia d’età del minore, al fine di ottenere un utilizzo positivo dei dispositivi elettronici, minimizzando i rischi per lo sviluppo neuro-psicologico del minore.
Negli ultimi anni, i social media sono diventati sempre più parte integrante della nostra vita, della nostra attività quotidiana. In particolare, nel periodo di forzata ‘reclusione’ dovuta al diffondersi del virus SARS-CoV-2, l’uso dei social network e di internet in generale ha permesso il contatto degli uni con gli altri e ha favorito alcune attività che altrimenti inevitabilmente si sarebbero interrotte, tra cui l’insegnamento scolastico. L’emergenza sanitaria, oltre ai noti effetti diretti, ha determinato anche effetti indiretti; in primis, un forte impatto sulla salute mentale e psicologica degli adolescenti, con un drastico cambiamento delle abitudini e una interruzione delle loro quotidiane attività. In particolare, l’isolamento forzato, gli spazi ristretti e il malessere che ne derivano hanno accresciuto il carico di ansia e stress negli individui più fragili, come gli adolescenti, portando a una modifica degli stili di vita abituali. Il rischio maggiore è stato quello di rifugiarsi in un uso smodato di smartphone, dispositivi elettronici e social network, incappando in una “overdose digitale”. Uno dei principali rischi associati all’uso dei social network è che questi vengano spesso vissuti come uno strumento di confronto sociale, soprattutto con i propri simili. Confronto che può divenire pericoloso perché può essere utilizzato come una sorta di metro di giudizio basato sulla comparazione della propria immagine con quella altrui. In sostanza, passa facilmente il messaggio che solo incarnando un determinato modello di perfezione, stilistica e fisica, si possa avere successo: un fenomeno alimentato dalla continua ricerca di “mi piace”, capace di generare stati di ansia ed effetti negativi. Gli effetti a lungo termine di questo tipo di stimolazione sono ancora ignoti.
Quello che è, invece, chiaro è che tale modalità di interazione è in grado di influenzare in maniera profonda la psiche dei nostri ragazzi. L’attività di visualizzazione di fotografie sui social network può contribuire all’insorgenza di disturbi nella percezione dell’immagine corporea. Uno studio ha a tal proposito dimostrato come il numero di “mi piace” che accompagnano una foto può influenzare l’insoddisfazione rispetto al proprio corpo. L’uso eccessivo e frequente dei social network e la possibilità di seguire celebrità influenzano la percezione del singolo, sia fisica che psicologica. Il desiderio di essere come le celebrità, che sono spesso sottopeso o particolarmente in forma, si associa all’aspirazione ad un ideale fisico che promuove l’insorgenza o la persistenza di un disturbo del comportamento alimentare, dismorfofobia e anoressia. In più, ragazze e ragazzi utilizzano sempre più spesso i social media per parlare del proprio aspetto fisico e delle proprie abitudini alimentari, così come per scambiarsi consigli su come perdere peso.
Recenti studi hanno dimostrato una più alta incidenza di un disturbo del comportamento alimentare proprio tra gli utilizzatori abituali di queste comunità virtuali. Esistono oggigiorno diverse realtà online, vere e proprie comunità, che offrono ai teenager la possibilità di ricevere commenti e consigli sul proprio aspetto fisico e su come perdere peso. Si tratta di comunità virtuali accomunate da un unico grande elemento, la filosofia dell’estrema magrezza, promuovendo uno stile di vita “pro anoressia”. Un altro problema è rappresentato dalla diffusione delle cosiddette diete di esclusione, anche queste promosse da un mondo digitale che ne decanta gli effetti benefici e non sempre scientificamente valide teorie. Senza carne rossa, senza lattosio, senza glutine o carboidrati allo scopo di controllare la forma fisica. Diete che, quando auto-prescritte e interpretate, senza controlli medici specifici, possono essere pericolose per la salute dei minori. È quindi importante mantenere un dialogo attivo, costruttivo, educare le famiglie a riconoscere i campanelli di allarme per intercettare precocemente i segnali ed evitare le conseguenze talora drammatiche che un errore nella condotta alimentare può avere sui giovani. E nello stesso tempo aiutare i ragazzi a costruire una loro identità, indipendente dai modelli e dai canoni che si trovano sul web.