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Ucraina, SIP-SIN: “Colpire un ospedale pediatrico significa cancellare un luogo simbolo”
Nascere sotto le bombe cambia il percorso di vita di mamme e bambini
“Nascere sotto le bombe significa cambiare il percorso di vita dei bambini e delle loro mamme e colpire un ospedale pediatrico significa cancellare un luogo simbolo, di quelli che non si toccano neanche nelle guerre più terribili. È un posto dove ci sono anche bambini malati, i più deboli tra i deboli. La notizia che sia stato bombardato l’ospedale di Mariupol ci lascia sbalorditi e va oltre la normale narrazione del conflitto. È un gesto criminale”. Sono queste le parole con cui la Società Italiana di Pediatria (SIP) e la Società Italiana di Neonatologia (SIN), in una nota congiunta, sottolineano con forza la pericolosità della guerra per il presente e il futuro dei bambini. “Le Società scientifiche sono contro tutte le guerre- ribadiscono- in qualunque parte del mondo. E questa in Ucraina ci tocca particolarmente perché è alle porte di casa”.
La guerra ha effetti “deleteri e devastanti, costruisce un clima d’odio che ha ripercussioni soprattutto sui bambini. Loro sono il futuro del Paese, ma nessuno si sofferma a pensare quanto resteranno sconvolti. Le immagini dei piccoli che scappano dalle bombe mettono i brividi- sottolineano le due Società scientifiche- È stata cambiata la loro storia”.
“La perdita di tutti i meccanismi di controllo che normalmente vengono eseguiti sui neonati per diagnosticare precocemente gravi malattie e trattarle in maniera tempestiva- evidenzia Rino Agostiniani, Tesoriere della SIP- rappresenta un altro rischio davvero importante della guerra”. Così come “vivere una situazione di stress, qual è quella di essere sotto ai bombardamenti, può creare problemi alle donne incinte, soprattutto nell’ultima fase della gravidanza. Lo stress può accelerare il parto e aumentare il rischio di nascite pretermine- spiega Luigi Orfeo, presidente della SIN- Un evento così importante impatta moltissimo sulle gestanti”. Non solo, “abbiamo tutti visto immagini di mamme partorienti in metro o nei rifugi- ricorda il neonatologo- e queste sono situazioni in cui non si possono garantire gli standard di sicurezza che si hanno normalmente”.
Le due Società scientifiche si dicono “molto preoccupate per quanto sta avvenendo in Ucraina, ma siamo impegnate ad aiutare le mamme e i bambini sia in Italia che oltre confine, perché la nostra funzione è quella di proteggere il bambino e il neonato sempre e comunque. In un momento di guerra è proprio il nucleo madre-bambino quello più debole”.
Per aiutare concretamente i profughi entrambe le Società scientifiche hanno stanziato dei fondi e sono in contatto con associazioni internazionali per portare aiuti. Inoltre SIP e SIN si stanno organizzando per offrire assistenza ai più piccoli che stanno arrivando nel nostro Paese e “che si troveranno in situazioni estremamente precarie dal punto di vista della salute psicofisica. Per questo- concludono- ci sarà bisogno di mettere a disposizione figure di sostegno come pediatri e neonatologi”.