Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno

In collaborazione con SIMRI
Elisabetta Bignamini, S.C Pneumologia Pediatrica, A.O.U Città della Salute e della Scienza, Torino. Referente regionale SIMRI, regione Piemonte.
 
Lucia Ronco, Medico in formazione Specialistica in Pediatria, Università degli Studi di Torino
DEFINIZIONE

La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Obstructive Sleep Apnoea Syndrome, OSAS) è definita come un disturbo della respirazione durante il sonno caratterizzato dall’ostruzione intermittente parziale e/o completa delle alte vie aeree che interrompe la normale ventilazione e altera il pattern del sonno fisiologico e lo scambio dei gas nel sangue.

PATOGENESI

La patogenesi è multifattoriale e coinvolge una combinazione di anomalie strutturali e neuromuscolari delle vie aeree superiori, dove una fisiologica ipotonia dei muscoli faringei durante il sonno, associata o meno a una riduzione patologica dello spazio orofaringeo, porta al restringimento e all’aumento della resistenza delle vie aeree superiori, determinando ostruzione al flusso aereo.

EPIDEMIOLOGIA E FATTORI DI RISCHIO

L’OSAS coinvolge bambini di tutte le età con una prevalenza stimata nella popolazione pediatrica intorno al 1-5% e una maggiore incidenza nella fascia di età 2-6 anni. L’ipertrofia adenotonsillare e l’obesità sono i principali fattori di rischio. E’ più frequentemente associata ad alcune condizioni come la sindrome di Down, le malattie neuromuscolari, le malformazioni cranio-faciali e la paralisi cerebrale.

MANIFESTAZIONI CLINICHE

I segni e sintomi notturni comprendono russamento abituale, respirazione orale forzata, movimenti toracici e/o addominali anomali, sonno agitato con pause respiratorie, risvegli frequenti durante la notte e enuresi. Durante il giorno i pazienti con OSAS possono manifestare sonnolenza, respirazione orale, cefalea mattutina, iperattività e/o irritabilità e scarso rendimento scolastico. Possono inoltre presentare ridotta velocità di crescita staturale e complicanze cardiorespiratorie come l’ipertensione arteriosa.

DIAGNOSI

La diagnosi di OSAS richiede un’attenta valutazione clinico-anamnestica e l’esecuzione di indagini strumentali. La saturimetria notturna rappresenta ad oggi un metodo di screening valido per valutare i “clusters” di desaturazione, fornendo un buon valore predittivo positivo nei casi di OSAS moderato-severa. La polisonnografia (PSG) notturna rimane attualmente l’esame strumentale gold standard per la diagnosi di OSAS. La PSG comprende sensori elettroencefalografici, un elettro-oculogramma bilaterale, sensori per rilevare il tono muscolare, il flusso oro-nasale e i movimenti toraco-addominali, una pulsossimetria notturna e sensori di rilevazione della pressione parziale di CO2. La PSG è un esame costoso e non in dotazione di tutti centri, tuttavia è l’unico strumento che permette di distinguere le apnee di origine centrale da quelle periferiche e di studiare la gravità della patologia sulla base dell’AHI (Apnea-hypopnea index), che corrisponde al numero di apnee/ipopnee per ora di sonno: OSAS lieve (AHI 1-4), OSAS moderata (AHI 5-9) e OSAS grave (AHI ≥ 10).

TRATTAMENTO

Il trattamento e la scelta del trattamento dipendono dalla gravità della patologia ma devono tenere conto anche dell’età del bambino, dalla presenza di comorbidità e di fattori di rischio.

Nelle apnee ostruttive di lieve entità con associata ipertrofia adenoidea è possibile effettuare una terapia medica con steroidi nasali per 4-8 settimane (associabile eventualmente ad un farmaco antileucotrienico).

Nei casi di ipertrofia adenotonsillare significativa, l’adenotonsillectomia, previa indicazione chirurgica da parte dello specialista otorinolaringoiatra, è il trattamento di prima linea. Dopo almeno sei settimane dall’intervento occorre ripetere un monitoraggio polisonnografico per valutare la presenza di OSAS residua.

In presenza di malocclusione è importante la terapia ortodontica. La chirurgia maxillo-facciale è utile nei casi di OSAS associata a malformazioni cranio-facciali maggiori suscettibili di correzione.
L’utilizzo della
ventilazione meccanica continua a pressione positiva (CPAP) è indicata nei casi di OSAS residua dopo intervento di adenotonsillectomia, come terapia ponte in attesa di ‘intervento chirurgico, nei casi in cui l’intervento chirurgico non sia indicato o se i genitori negano il consenso alla procedura.

La perdita di peso è fortemente raccomandata nei bambini obesi e spesso funziona come terapia adiuvante. Si raccomanda sempre un’attenta igiene ambientale e di evitare l’esposizione al fumo di tabacco, a sostanze irritanti o a qualsiasi altro allergene, in quanto possono peggiorare l’infiammazione nasale e i sintomi dell’OSAS.

 

Bibliografia:

– Bitners AC, Arens R. Evaluation and Management of Children with Obstructive Sleep Apnea Syndrome. Lung. 2020 Apr;198(2):257-270.

– Giuca MR, Carli E, Lardani L, Pasini M, Miceli M, Fambrini E. Pediatric Obstructive Sleep Apnea Syndrome: Emerging Evidence and Treatment Approach. ScientificWorldJournal. 2021 Apr 23;2021:5591251.

– Al-Shamrani A, Alharbi AS. Diagnosis and management of childhood sleep-disordered breathing. Clinical approach. Saudi Med J. 2020 Sep;41(9):916-929.

– Pavone M. et al, Diagnosi e terapia del bambino con sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. AreaPed 2016;17(4):157-164