In arrivo 841 borse per gli specializzandi

La Pediatria è terza per numero di posti disponibili

di Gian Luigi Marseglia

Articolo pubblicato su Pediatria numero 9 – 2022, pag. 6-7

Si è svolta martedì 26 luglio 2022 la prova per l’ammissione alle Scuole di Specializzazione di area sanitaria per l’anno accademico 2021/2022. Anche quest’anno il regolamento ha previsto una prova unica nazionale, in modalità informatica, con 140 quesiti, uguali per tutti i candidati, da svolgersi in 210 minuti. Buone notizie per gli aspiranti Pediatri! La Specializzazione in Pediatria con l’attivazione di 841 borse complessive è terza per numero di posti disponibili, preceduta solo da Anestesia e Rianimazione (1248 posti) e Medicina di Emergenza e Urgenza (886 posti). Ai 778 contratti ministeriali per la Pediatria si devono aggiungere 49 contratti regionali, finanziati direttamente dalle singole Regioni e 14 posti riservati alle esigenze del SSN. Nella tabella (consultabile a questo link) sono riportati i posti per ognuna delle 37 sedi universitarie accreditate.

L’aver ottenuto 841 borse è un grande successo a cui hanno contribuito in modo determinante anche il Collegio dei Direttori delle Scuole, la Società Italiana di Pediatria e il Collegio dei Professori Ordinari di Pediatria nella figura dei Presidenti Annamaria Staiano e Gianni Zuccotti, oltre che alcune organizzazioni di categoria fra tutte la Federazione Italiana Medici pediatri (FIMP) e l’Osservatorio Nazionale Specializzandi in Pediatria (ONSP). In questo contesto, l’uniformità tra le Scuole è il punto di partenza per la proposta del Collegio dei Direttori delle Scuole con l’obiettivo di strutturare un sistema didattico integrato, trasparente e trasversale che consenta di creare una “rete” fra le Scuole, favorendo la libera circolazione degli specializzandi al suo interno. Questo “patto di Schengen” incoraggerebbe ogni Scuola ad innalzare il proprio livello formativo, e offrirebbe agli specializzandi un accesso agevolato alla formazione avanzata e super specialistica nelle sedi più adeguate. In questo modo verrebbero valorizzate le attitudini di ciascuno specializzando, non solo per quanto riguarda l’ambito sanitario, ma anche quello della ricerca universitaria.

Un’ultima riflessione. Il risultato è molto positivo ma non dobbiamo abbassare la guardia. È assolutamente necessario proseguire subito con una strategia comune e condivisa da tutte le istituzioni pediatriche, da portare avanti con fermezza con un unico obiettivo: il bene e il futuro della Pediatria.