PNRR e infanzia: 10 miliardi per i bambini

Intervista a Paolo Siani

di Cinthia Caruso, direttrice di Pediatria

Articolo pubblicato su Pediatria numero 9 – 2022, pag. 8-9

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il documento che il Governo italiano ha predisposto per illustrare alla Commissione Europea come il nostro Paese intende investire, da qui ai prossimi 6 anni, gli ingenti fondi messi a disposizione nell’ambito del programma Next Generation EU. Una mole imponente di investimenti e di riforme che dovrebbe ridisegnare e modernizzare il volto del Paese. Ma cosa è previsto per l’infanzia? Proviamo a fare il punto con Paolo Siani, Vicepresidente uscente della Commissione Parlamentare Infanzia e adolescenza in questa intervista realizzata prima della caduta del Governo Draghi.

Quali sono le linee di intervento a favore dell’infanzia contenute nel PNRR? Condivide la sensazione diffusa che i bambini siano stati trascurati?

Il PNRR non trascura l’infanzia, ci sono molte risorse destinate ai bambini, raccolte in un capitolo a loro appositamente dedicato. Lo stanziamento complessivo per l’infanzia è pari a circa 10 miliardi di euro, di cui 4,6 i miliardi destinati agli asili nido con il 40% dei fondi per il Sud. A ciò si aggiungono circa 1 miliardo per il tempo pieno e le mense, 0,3 miliardi per le infrastrutture e lo sport a scuola, 1,5 miliardi per la riduzione dei divari territoriali, 1,1 destinato a nuove competenze e nuovi linguaggi, 2,1 miliardi per la scuola 2.0 e 0,22 miliardi per il contrasto alla povertà educativa. Il vero problema del PNRR è che elargisce fondi per opere strutturali, ma non per la gestione. Questo vuol dire per esempio che avremo certamente più asili nidi nel nostro Paese, ma sarà necessario reperire un gran numero di insegnanti ed educatori (45.000) per infanzia e nidi in parte necessari nell’immediato e il resto con le nuove strutture e la loro formazione. Inoltre, si è scelto di mettere a bando i fondi, per esempio, per gli asili nido, mentre sarebbe stato più utile attribuire direttamente i finanziamenti a quei comuni sprovvisti o al di sotto della copertura del 33%.

A suo avviso il mutato quadro politico pregiudicherà gli interventi previsti nel Piano?

Non credo che questo si verificherà perché i progetti sono già stati presentati e approvati. Piuttosto preoccupa il rallentamento nell’attuazione del programma dovuto alle vicende politiche.

Le Case della Salute previste dal PNRR sono destinate a riorganizzare l’assistenza sanitaria. Come è inserita la Pediatria in questo progetto?

La telemedicina e le Case della Salute rappresenteranno una chiave di volta per il SSN. Le Case della Salute, anche munite di strumentazioni per la telemedicina, permetteranno di garantire la presa in carico multidisciplinare e la continuità assistenziale, e un buon rapporto di collaborazione tra ospedale e territorio che consentirebbe anche di decongestionare gli ospedali a cui oggi si ricorre per prestazioni ed esami che possono essere eseguiti anche sul territorio. La parte che riguarda la salute del bambino sarà assicurata dal pediatra di famiglia e poi i Consultori familiari si occuperanno della tutela della salute della donna, degli adolescenti, della coppia e della famiglia orientati ad attività di prevenzione e promozione della salute.

Perché ha lanciato la proposta di creare un’Agenzia per l’infanzia?

Basta leggere quello che scrive l’OMS per rendersene conto. L’OMS ha proposto il concetto della “salute in tutte le politiche”, con un approccio che, riconoscendo il ruolo dei determinanti sociali e ambientali della salute, prevede l’integrazione e la partecipazione di diversi sistemi tradizionalmente separati, come i servizi sanitari, i servizi educativi, il privato sociale, le pubbliche amministrazioni. Ecco questa è la premessa che ci porta a chiedere che sia istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un’Agenzia quale organismo tecnico dotato di autonomia regolamentare, organizzativa, gestionale, patrimoniale, finanziaria e contabile con poteri di indirizzo, di vigilanza e di controllo. L’agenzia ha il compito di valorizzare e armonizzare tutte le politiche per l’infanzia messe in campo da tanti ministeri (ministero per la Famiglia, Scuola, Sanità, Welfare) in collaborazione con l’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’Agenzia Nazionale per i Giovani e le Associazioni e Organizzazioni del Terzo settore che nel loro statuto hanno come obiettivo di migliorare la condizione dei minori, le Società scientifiche e le istituzioni.

Quali proposte, a suo avviso, la SIP dovrebbe fare al nuovo Governo?

Estendere l’età pediatrica fino a 18 anni, incrementare le specialità pediatriche, rinforzare l’area della salute della donna del bambino e della famiglia con interventi precoci (alla nascita), integrazione tra territorio e ospedale con incremento della telemedicina, aumentare il numero degli IRCSS pediatrici nelle regioni del sud che ne sono sprovvisti, anche per ridurre le migrazioni sanitarie.