Allattamento, gravidanza e rischio di tumore al seno

A cura del Tavolo Tecnico Allattamento SIP

Le donne che allattano al seno hanno un rischio ridotto di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete, carcinoma ovarico e tumore mammario. Più lunga è la durata dell’allattamento al seno e maggiore è la riduzione del rischio di tali malattie. Le caratteristiche di questo rapporto causale sono state illustrate dalla revisione fatta dall’inglese Britta Stordal (1).

Beneficio apportato distintamente da gravidanza e da allattamento

E’ stato calcolato che le donne nate nell’UK dopo il 1960 hanno un rischio di sviluppare un tumore al seno pari al 15%. Madri in post-menopausa che hanno avuto un figlio hanno un rischio ridotto del 13% rispetto alle donne senza figli. Donne con due o tre figli hanno un rischio ridotto rispettivamente del 19% e del 29%.

Gli effetti protettivi della gravidanza dipendono dall’età in cui si verifica il primo parto. Se la prima gravidanza avviene al di sotto dell’età di 25 anni, il rischio di tumore mammario in post-menopausa si riduce del 35% rispetto alle donne nullipare. Se invece il primo figlio è a 30 e 34 anni, il rischio è lo stesso delle donne che non hanno avuto figli.

Per quanto riguarda l’allattamento, il rischio di presentare un tumore al seno diminuisce del 4.3% ogni 12 mesi di allattamento al seno, percentuale che si aggiunge alla riduzione del rischio del 7.0% correlato ad ogni nascita.

Si stima che, negli UK, il 4.7% dei casi di tumore al seno sia causato dal mancato allattamento.

Gli effetti protettivi dell’allattamento al seno sono stati osservati in più paesi e gruppi etnici e ciò suggerisce che tale protezione deriva dai cambiamenti biologici del seno piuttosto che da fattori ambientali o socioeconomici.

Allattamento e sottotipi di tumore mammario

Il tumore al seno è classificato in tre sottotipi principali in base alla presenza o assenza del recettore per estrogeni o progesterone (HR) e del fattore di crescita epidermico umano 2 (HER2). Si tratta di recettori che, quando sovra-espressi, possono stimolare la crescita delle cellule tumorali.

Carcinoma HR+. Le cellule tumorali sono positive al recettore ormonale. Rappresenta il 70% dei casi di tumore mammario, ma non sembra beneficiare dell’allattamento.

Carcinoma HER2+. Ha cellule con recettori positivi al fattore di crescita umano (human epitelial growth factor. Receptor 2). Rappresenta il 15-20% dei cancri al seno.  Gli studi pubblicati sonop controevrsi: alcuni hanno rilevato un aumentato rischio di tumore mammario HER2+ associato alla gravidanza ed un minor rischio connesso all’allattamento. Altri studi invece, non hanno  documentato riduzione del rischio né a seguito di gravidanza, né di allattamento.

Carcinoma TRIPLO NEGATIVO. In questo caso non ci sono recettore ormonali sulle cellule tumorali, nè HER2. I tumori con mutazione BRCA sono generalmente di questo sottotipo). Una meta-analisi del 2015 ha rilevato una riduzione del 20% del rischio di carcinoma triplo negativo nelle donne che hanno allattato.

Le donne con mutazioni “BRCA1” hanno un rischio del 65% di sviluppare un tumore al seno entro i 70 anni. Se hanno allattato di più di un anno hanno un rischio ridotto del 22-50% rispetto a chi non ha mai allattato. Al contrario, non vi è alcuna riduzione del rischio associato con l’allattamento per le madri con mutazione “BRCA2”.

Gli Autori a seguito di questa revisione della letteratura fanno le seguenti osservazioni:

  • Le donne con una storia familiare positiva hanno un motivo in più per essere incoraggiate ad allattare con l’obiettivo di ridurre il rischio di sviluppare un tumore al seno.
  • E’ atteso che l’aumento dei tassi di allattamento porti ad una minor incidenza di cancro del seno. Interventi efficaci per ottenere questo incremento sono l’implementazione di Iniziative come l’Ospedale Amico delle Bambine e dei Bambini, che notoriamente incidono sulle pratiche di assistenza postnatale alla coppia madre-neonato, una miglior regolamentazione legislativa della pubblicità delle formule lattee, un più deciso sostegno sul posto di lavoro per le madri che allattano sul posto di lavoro.

 

Take home messages

  • Il rischio di presentare un tumore mammario si riduce del 4.3% ogni 12 mesi di allattamento, percentuale che si aggiunge alla diminuzione del 7% legata ad ogni nascita. Non è corretto suggerire di interrompere l’allattamento senza fondati motivi, a meno che questa non sia la scelta della madre.
  • Allattare riduce soprattutto il rischio di sviluppare un tumore triplo negativo (riduzione del 20%) e protegge soprattutto le donne portatrici della mutazione BRCA1 (riduzione del 22-50%). L’allattamento delle donne con una storia familiare di tumore al seno va incoraggiato
  • L’informazione relativa all’aumento del rischio di cancro al seno da non allattamento andrebbe fornita alle ragazze già durante l’età scolastica.

Bibliografia 

  • Britta Stordal. Breastfeeding reduces the risk of breast cancer: A call for action in high-income countries with low rates of breastfeeding. Cancer Medicine, 2022