Home » Uncategorized » Allattare e depressione materna
Allattare e depressione materna
Sia l’OMS che l’AAP raccomandano un allattamento esclusivo al seno per i primi 6 mesi di vita per i molteplici benefici riferiti al bambino ed alla mamma. Nonostante ciò solo il 25% dei lattanti viene allattato esclusivamente al seno a 6 mesi e solo il 60% delle mamme è soddisfatta del proprio allattamento (CDC 2019). Le motivazioni sono varie e, tra queste, vi sono politiche sociali di supporto all’allattamento non ottimali, mancato aiuto familiare, ma anche uno stato d’animo di inadeguatezza e di stress presente nel periodo che fa seguito al parto.
Il 7 -12% delle neomamme presenta invece una vera forma depressiva, la “depressione post partum” che, con diversi livelli di gravità, esordisce tra la 6ª e la 12ª settimana. Se non trattate, il 50% delle neomamme presentano ancora sintomi depressivi dopo 6 mesi ed il 25% dopo 1 anno. Si tratta di una patologia ben diversa dai cosiddetti “baby blues”, che interessano invece circa il 70-80% delle puerpere e sono caratterizzati da instabilità emotiva presente a breve distanza dal parto e che rientra spontaneamente in circa due settimane.
La presenza di una vera forma depressiva incide sulla durata e sull’avvio dell’allattamento, in quanto la mamma ha meno desiderio di allattare, si sente meno capace di farlo ed introduce più facilmente una formula lattea.
Nella depressione post partum la riduzione del tono dell’umore e i sintomi fisici che l’accompagnano sono legati principalmente ad uno sbilanciamento dei neurotrasmettitori, in particolare serotonina, noradrenalina e dopamina. Anche il rapido cambiamento del livello di estrogeni e progesterone, che si verifica subito dopo il parto, fornisce un contributo eziopatogenetico. Inoltre, risulta particolarmente importante l’eventuale presenza di una condizione di stress psicofisico, come dimostra la relazione tra livelli del cortisolo e presenza di crisi depressive (1). L’ossitocina e la prolattina, gli ormoni connessi con la lattazione hanno funzione antidepressiva ed ansiolitica. Le pratiche dell’allattamento e del contatto pelle a pelle di per se riducono sensibilmente i livelli di ACTH, di cortisolo.
In uno studio pubblicato su Plos One (2), sono stati esplorati il vissuto ed i sentimenti di 287 puerpere nel mese successivo alla dimissione dal punto nascita mediante la compilazione di 2 questionari: uno per valutare la soddisfazione ad allattare (MBFES, Maternal Breastfeeding Evaluation Scale) e l’altro per individuare segni di depressione (EPDS. Edinburgh Postnatal Depression Scale).
I risultati di tale studio mostrano che la soddisfazione ad allattare è minore in presenza di sintomi di depressione. Dalle neomamme è considerato particolarmente importante avere il supporto della famiglia e delle strutture presenti sul territorio per aiutare a superare le difficoltà legate soprattutto alla mancanza di sonno ed al cambiamento dello stile di vita.
Ne deriva la considerazione che per favorire l’avvio e la durata dell’allattamento sia necessario offrire un supporto alla mamma non solo durante la degenza presso il punto nascita ma anche dopo la dimissione sia da parte degli operatori sanitari che dei familiari. Questo supporto è finalizzato a contrastare eventuali sintomi di inadeguatezza e di sconforto ed in ultima analisi ad evitare l’interruzione dell’allattamento.
Bibliografia
- Nagel EM, Howland MA, Pando C, Stang J, Mason SM, Fields DA, Demerath EW. Maternal Psychological Distress and Lactation and Breastfeeding Outcomes: a Narrative Review. Clin Ther. 2022 Feb;44(2):215-227. doi: 10.1016/j.clinthera.2021.11.007. Epub 2021 Dec 20. PMID: 34937662; PMCID: PMC8960332.
- Avilla JC, Giugliani C, Bizon AMBL, Martins ACM, Senna AFK, Giugliani ERJ. Association between maternal satisfaction with breastfeeding and postpartum depression symptoms. PLoS One. 2020 Nov 17;15(11):e0242333. doi: 10.1371/journal.pone.0242333. PMID: 33201903; PMCID: PMC7671548.