La Madonna del latte

A cura del Tavolo Tecnico Allattamento SIP

Oggetto: dipinto su tavola cm.  63 x 49 x 2
Soggetto: Madonna del latte
Secolo: sec. XVI (?)
Tecnica: tempera su fondo oro
Autore: ignoto
Proprietà: collezione privata               

Soggetto

La Madonna nell’atto di allattare il Bambino è un’iconografia cristiana molto particolare e ricorrente nell’arte.  La Madonna del latte ha origini antiche e la sua raffigurazione ha subito numerose variazioni nelle diverse epoche storiche. Le prime rappresentazioni iconografiche si possono ritrovare nell’Egitto del VI e VII secolo dopo Cristo, con immagini molto stilizzate che soprattutto alludono più che a mostrare.  

Questo modello iconografico si diffuse poi dall’Egitto alle chiese orientali, nell’arte bizantina.   Per la nostra analisi è importante ricordare il ruolo dei centri artistici affacciati sull’Adriatico, che per ragioni geografiche e commerciali erano naturalmente coinvolti nel rapporto con l’oltremare sia nella penisola italiana che in quella balcanica, dove l’arte delle grandi capitali bizantine aveva avuto e continuava ad avere un suo autonomo sviluppo.

In Europa questa rappresentazione ebbe grande diffusione a partire dal XII secolo, ma la tipologia ripresa dai rigidi modelli bizantini, ben presto risulterà inadeguata alle nuove esigenze culturali occidentali, troppo distante dalle forme pittoriche sempre più realistiche alle quali si giungerà nell’età medioevale. 

La Madonna del latte, variante iconografica della Madonna con bambino, anticipando la dimensione rinascimentale-umanistica, segnerà il passaggio da una religiosità aulica e distante, ad una più vicina, quotidiana e colloquiale.

Il soggetto della nostra tavola rientra a pieno titolo in questa tradizione che in Italia trovò il suo maggiore centro di diffusione nella Toscana del ‘300 e del ‘400 con la pittura di Duccio di Buoninsegna e di Simone Martini. L’immagine segue chiaramente gli schemi proposti da questi pittori e anticipa nell’intimo gesto del bambino che circonda con le mani il seno della madre, quello stretto rapporto che sempre più caratterizzerà le raffigurazioni seguenti, quando gli sguardi dei protagonisti non saranno più rivolti verso gli astanti, ma tra di loro.

Da un confronto con le opere degli artisti citati, se da un lato non possono passare inosservate delle analogie nell’impostazione generale della composizione, nell’uso dell’oro per il fondo, nella inclinazione della testa della Vergine, diversamente il nostro pittore ad una rappresentazione di tre quarti del corpo della Madonna, contrappone una posa quasi frontale del busto. Il corpo di Gesù non si mostra ancora con un vero modellato, ma appare coperto e irrigidito da una veste di pieghe fitte sottolineate dalla doratura, che ci riconducono alle icone bizantine. 

Se quindi, per la nostra tavola è possibile respirare un inizio di rinascimento, si è propensi a pensare che possa rientrare nella produzione delle officine pittoriche post bizantine fiorite tra il XIV e XVI secolo, nell’area balcanica. 

Si ringrazia la sig.ra Eugenie Helene Knight, restauratrice di opere d’arte, che ci ha fornito immagini e descrizione del dipinto.