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Povertà infantile, priorità per la salute
Articolo tratto da Pediatria 4-5, 2023
di Mario De Curtis, Presidente del Comitato per la Bioetica della SIP; già Prof. Ordinario di Pediatria, Università di Roma La Sapienza
La povertà, aggravata dalla pandemia Covid-19, è notevolmente aumentata nel nostro Paese, coinvolgendo anche l’età pediatrica. I dati Istat, sostenuti dal Rapporto Caritas 2022, registrano, nel 2021, circa un milione e 400mila bambini e ragazzi, circa due milioni di famiglie, per un totale che si avvicina ormai ai 6 milioni di individui, in povertà assoluta (impossibilitati a sostenere le spese minime per condurre una vita accettabile). A particolare rischio di povertà assoluta sono soprattutto i bambini figli di genitori con cittadinanza non italiana (il 30% delle famiglie di soli stranieri rispetto al 5,7% delle famiglie di soli italiani), come anche i bambini e gli adolescenti che vivono nelle Regioni del Mezzogiorno (10% delle famiglie). L’incidenza di povertà assoluta si conferma alta (11,5%) per le famiglie con almeno un figlio minore e nel caso di quelle formate da coppie con 3 o più figli sale al 20%. A maggior rischio di povertà sono anche le famiglie monogenitoriali, per la gran parte con la sola madre, e quelle in cui è presente un familiare malato.
Ovviamente la povertà non riguarda solo l’aspetto economico ma anche quello di minori opportunità verso servizi e risorse. Studi epidemiologici hanno evidenziato come in tutti i Paesi chi è socialmente svantaggiato lo è anche nella salute. Pertanto a stato sociale più alto corrisponde migliore salute e vecchiaia, nonché maggiore longevità.
Allo stesso modo quindi bambini di famiglie povere si ammalano di più e soffrono di patologie croniche, muoiono di più, sono meno frequentemente allattati al seno, vanno più spesso incontro a infezioni, disturbi di crescita, obesità, anemia, carenze nutrizionali, carie dentali, disturbi psicologici, comportamentali e anche psichiatrici, ecc. Tra le numerose conseguenze di uno stato di povertà, non da ultima vi è l’insorgenza più frequente di uno stato di depressione e di ansietà unitamente a stati di rabbia, frustrazione e violenza verso gli altri e maggiore vulnerabilità al rischio di cadere nella rete della delinquenza.
Quello che un bambino sperimenta durante i primi anni pone le basi per tutta la sua vita. Lo sviluppo fisico, sociale e cognitivo di un bambino durante i primi anni influenza fortemente il rendimento scolastico e lo stato di salute.
La povertà in età infantile come problema sociale può determinare un effetto biologico? Osservando che una bassa condizione socioeconomica è associata a una maggiore produzione diurna di cortisolo e a un aumentato stato infiammatorio, è stata studiata la biologia molecolare di alcuni geni legati allo sviluppo dell’infiammosoma (capacità di indebolire la risposta immunitaria a diversi patogeni). È stato visto che alcuni geni, che giocano un ruolo importante nella risposta immunitaria in presenza di patogeni (in particolare il gene NFATC1), sono significativamente meno metilati, indicando che la loro espressione è molto ridotta nei soggetti con bassa condizione socioeconomica rispetto a quelli che occupano una posizione più alta nella scala sociale. L’ambiente sociale è quindi in grado di marcare in modo biologico il genoma dell’individuo e sembrerebbe che le marcature epigenetiche possano essere trasmesse alle generazioni seguenti con la conseguenza che lo svantaggio ereditato può passare alle nuove generazioni perpetuando le ingiustizie. Ulteriori e recenti studi di genetica sembrano inoltre indicare che in età pediatrica le modificazioni epigenetiche indotte dalle disuguaglianze sociali in bambini economicamente svantaggiati mostrano profili di metilazione del DNA indicativi di una maggiore infiammazione cronica e di un ritmo più rapido di invecchiamento biologico, esponendo di fatto il bambino a una aumentata e precoce vulnerabilità alle malattie dell’età adulta.
Cosa fare?
Ridurre la povertà infantile deve essere considerata una priorità oltre che una strategia essenziale per promuovere la salute e l’equità e per influenzare positivamente altri aspetti della vita. Molto importanti sono stati in questo senso i recenti interventi approvati dalla legge di bilancio in difesa delle famiglie, come il potenziamento dell’assegno unico e universale per i figli, sebbene rimangano molti altri aspetti che dovrebbero essere presto presi in considerazione.
Anche se le politiche di sostegno alla famiglia in Italia nel 2022 sono aumentate (passando da 20 a 26 miliardi di euro), rimangono minori di quelle in Germania e in Francia.
Gli interventi devono riguardare fattori di protezione non solo economici, potenziando il sistema di istruzione, che va innovato da un punto di vista strutturale e funzionale. Una particolare attenzione va riservata al Mezzogiorno, che presenta le maggiori criticità, evitando l’aggravarsi di differenze tra le Regioni in settori fondamentali come la sanità e l’istruzione.
Per riprendere le parole del Presidente Mattarella: “la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni”.
PubMed
- Le statistiche dell’ISTAT sulla povertà. Anno 2021. I maggiori consumi non compensano l’inflazione. Stabile la povertà https://www.istat.it/it/files/2022/06/Report_Povert%C3%A0_2021_14-06.pdf
- L’anello debole. Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale. https://www.caritas.it/rapporto-2022-su-poverta-ed-esclusione-sociale/
- Condizioni di vita e reddito delle famiglie | anni 2020 e 2021 non cala il rischio di povertà o esclusione sociale. https://www.istat.it/it/files//2022/10/Condizioni-di-vita-e-reddito-delle-famiglie-2020-2021.pdf
- Raffington L, Tanksley PT, Sabhlok A, et al. Socially stratified epigenetic profiles are associated with cognitive functioning in children and adolescents. Psychol Sc 2023; 34:170-85.